La nostra
storia

1936
La Scuderia Ambrosiana nacque il 3 dicembre del 1936 dall’idea di Giovanni Lurani, Luigi Villoresi, Franco Cortese ed Eugenio Minetti. Quattro fondatori, quattro “gentlemen drivers”, ma soprattutto quattro amici uniti da una grande passione, la velocità.

L’amore per le quattro ruote, che da sempre spinse i nostri ideatori ad investire in questo campo, culminò nell’idea di fondare un team di corse con sede a Milano. Fu la realizzazione di un sogno! Costituire una scuderia che fosse in grado di competere a livello internazionale in gare prestigiose.
La “SA” doveva però essere un progetto diverso rispetto a quelli già esistenti. Occorreva distinguersi dalle aziende operanti nel mondo automobilistico, pur condividendo gli stessi scopi.
In Italia, infatti, la scuderia per eccellenza era la “Ferrari”. Nata nel 1929, si impose ben presto nel panorama sportivo. Tanti furono i progetti che cercarono di imitare il “cavallino rampante”. Tuttavia, ebbero una storia effimera, rivelandosi anche cattivi affari finanziari, probabilmente perché a differenza dell’azienda di Maranello non godevano dell’appoggio di una grande casa automobilistica moderna e innovativa come l’Alfa Romeo.
Per questo motivo la “Scuderia Ambrosiana” voleva proporsi come una novità. Al fine di non essere l’ennesimo fallimento sportivo e finanziario, i fondatori decisero di allinearsi sull’idea di un’azienda che avesse una forma cooperativa e più elastica.
Il concetto base era quello di creare un’organizzazione che lasciasse a ogni componente la totalità dei rispettivi oneri, senza vincolare le attività alle esigenze e ai risultati degli altri. La Scuderia doveva quindi potenziare la partecipazione alle corse aumentando gli introiti, incrementando gli ingaggi, riducendo le spese di organizzazione, di assistenza tecnica, etc… In questo modo, ogni pilota gareggiava con la vettura di sua proprietà e a suo carico spettavano anche le spese relative ai pezzi di ricambio, rifornimenti, viaggi e trasferimenti.
I vantaggi per il corridore che diventava socio dell’organizzazione erano quindi gli introiti che il team riusciva a riservargli. Naturalmente l’ingaggio che la “SA” offriva ad un suo corridore era nettamente superiore a quello che egli avrebbe potuto ottenere come indipendente. Oltre a questo, il socio poteva usufruire della sede della società per parcheggiare le vetture con i relativi accessori ed eventualmente eseguire la messa a punto nella sede stessa.
Con questi presupposti la Scuderia Ambrosiana divenne realtà. Venne scelto come presidente Ferdinando Pozzani, imprenditore e grande uomo di sport, già presidente di “Ambrosiana Inter” (l’attuale FC Inter). Così, come per l’omonima squadra di calcio, anche per la Scuderia vennero scelti i colori nerazzurri.
Le prime vittorie


La prima gara a essere disputata fu la Mille Miglia del 1937. La “SA” competeva in quattro categorie diverse. Una Maserati, un’Alfa Romeo e due Fiat furono le auto che scattarono al via. Purtroppo la gara non andò come sperato, complice anche la sfortuna che costrinse i due piloti (Lurani e Villoresi) alla guida della Maserati a ritirarsi per problemi tecnici.
Senza perdersi d’animo, la Scuderia si lasciò alle spalle il risultato della Mille Miglia e si proiettò verso i numerosi impegni che attendevano. Nei mesi successivi le performance furono molto più incoraggianti e il 2 maggio del 1937 arrivò la prima importante vittoria. Giovanni Lurani trionfò con un’Alfa Romeo sul circuito dell’Agro Pontino, in una gara che vide ben 82 auto alla partenza!
Il successo conquistato sul nuovo tracciato italiano fu’ solo l’inizio di importanti risultati ottenuti quell’anno. Tra i più rilevanti, la Targa Florio. Già all’epoca era una delle gare più prestigiose in tutto il mondo. La Scuderia Ambrosiana prese parte alla corsa in terra siciliana per tre anni consecutivi conquistando il secondo posto nel 1937 e nel 1939, rispettivamente con Lurani e Taruffi.
Contemporaneamente, Giovanni Lurani si preparò anche a battere i record di velocità su strada.
Su sua iniziativa venne costruita la “Nibbio”, una vettura leggerissima dotata di un motore con cilindrata pari a 500 cc, costruita per andare veloce come il vento. Lurani, a bordo della speciale vettura, conquistò il record di velocità superando le 100 miglia orarie (160 km\h) sull’autostrada Firenze-Mare, un risultato strepitoso per l’epoca.
I numerosi traguardi conseguiti durante questi primi anni di attività dimostrarono chiaramente come la Scuderia fosse un’idea vincente. L’organizzazione che stava alle spalle cominciò a farsi un nome nel panorama automobilistico diventando sempre più attraente per i corridori. Anche dal punto di vista economico, che poi era uno dei cardini dell’azienda, si rivelò un buon affare. La “SA” godé di ottima salute finanziaria sino al 1940, quando anche l’Italia prese parte alla Seconda Guerra Mondiale. Per ovvia conseguenza, durante il periodo bellico, le attività sportive cessarono.

Il dopoguerra e l’ingresso in Formula 1

Terminata la guerra, nel bel mezzo del periodo di “Ricostruzione”, ripresero lentamente anche le manifestazioni sportive. La Scuderia Ambrosiana si preparò al ritorno in pista. Il 1947 fu un anno impegnativo. La “SA” prese parte a numerose gare, la maggior parte delle quali con Luigi Villoresi e con il futuro grande campione Alberto Ascari. Oltre a loro, in quegli anni, corsero per la Scuderia anche Nino Farina, Reg Parnell e persino il mitico Tazio Nuvolari.
Si arrivò così al 1950, anno di importante svolta nell’Automobilismo. La Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) diede vita al campionato mondiale di Formula 1. Fu la prima organizzazione di Gran Premi che prese un carattere internazionale e che, negli anni, diventò la competizione regina del motorsport.
La Scuderia Ambrosiana vanta la partecipazione a 7 GP di F1, disputatisi nel 1950, 1951 e 1954. Al volante delle monoposto furono David Murray, David Hampshire e Reg Parnell. Nel frattempo la partecipazione alla leggendaria Targa Florio venne confermata e nel 1951, Franco Cortese tagliò il traguardo al primo posto. Fu senza dubbio la più importante vittoria di quel periodo e forse anche dell’intera storia della Scuderia.
Dal 1955, terminata l’esperienza dei Gran Premi, le competizioni continuarono fino agli anni ’60. La Scuderia Ambrosiana confermò la sua partecipazione alla Mille Miglia, alla Targa Florio, alle gare di Endurance e persino alle gare di velocità in salita. In questa nuova fase Corrado Manfredini e i fratelli Leto di Priolo (Massimo, Carlo e Dore) furono i piloti di punta del team meneghino.
Erano le ultime corse.
Le vittorie nelle cronoscalate e la partecipazione alla 12 ore di Sebring del 1962 rappresentarono i suoi ultimi traguardi prima di cessare completamente l’attività agonistica.


La rinascita nel 1992
La Scuderia è tornata nuovamente protagonista a partire dal 1992, grazie all’opera di Giovanni Iachino, Massimo Leto di Priolo e un gruppo di appassionati di auto milanesi. Lo scopo della rinascita è stato quello di utilizzare le auto da corsa storiche, custodite gelosamente nei garage dei soci della Scuderia, per le nuove competizioni di regolarità che venivano organizzate (Mille Miglia, Trofeo Nuvolari, Coppa delle Alpi, Coppa d’oro delle Dolomiti). Negli anni queste gare sono aumentate notevolmente di numero e la partecipazione dei soci è sempre stata attiva.
Attualmente, la Scuderia Ambrosiana è una associazione sportiva di amici che si occupa di creare un servizio comune sia per raduni di vetture sia per svolgere tutte le operazioni burocratiche necessarie a mantenere in uso le stesse auto.
Attualmente, la Scuderia Ambrosiana è una associazione sportiva di amici che si occupa di creare un servizio comune sia per raduni di vetture sia per svolgere tutte le operazioni burocratiche necessarie a mantenere in uso le stesse auto.
In ottica futura, si è posta l’obiettivo di rimettere insieme una squadra corse che porti le storiche insegne della SA, per poter competere nelle gare di velocità e di regolarità riservate ai veicoli d’epoca.
